“Ho avuto degli ospiti, e leggendo il cartello hanno subito voluto dare un’occhiata a “questa Fregene” – continua –  Infatti, la frase suscita curiosità e viene spontanea la domanda di vedere com’è questa Fregene:strade dissestate con paurose e rovinose buche pericolosissime per i pedoni, i ciclisti e gli automobilisti. Spesso allagate dall’acqua che fuoriesce da tubature rotte. ( I Federici devono rifare le strade prima che passino al Comune?, ma va rifatto tutto il manto stradale e non i rappezzi, perchè i rappezzi durano poco e presto tornano le buche. E, prima di rifare il manto bisognerebbe anche controllare tutte le tubature, altrimenti si è costretti a rompere di nuovo e come dice Totò: . . , .e io pago. . .). Continuiamo ad osservare Fregene: in molte strade di grande passaggio mancano i marciapiedi e i pedoni sono obbligati a camminare in mezzo alla via (vedasi ad esempio il Villaggio dei Pescatori). Tombini rotti ed anche quelli pericolosi, e o intasati da detriti di ogni genere,da fogliame vario, e da cumuli di aghi di pino di cui sono tappezzati i bordi delle strade. Quando i cittadini segnalano ai vigili un tombino rotto, vengono  gli addetti a circondarlo con il nastro e resta così per anni finchè non si riempie di sporcizia o qualche cittadino pensa bene di chiuderlo definitivamente buttandovi del cemento (es. in viale Viareggio). Sporcizia ovunque, responsabili i cittadini ma anche le autorità: viale Viareggio è ancora tappezzata di coriandoli dello scorso carnevale che neanche la nuova proloco si è fatta carico di far ripulire. (Chi organizza gli eventi deve, in primis, pensare alla pulizia del dopo festa, altrimenti si comporta come gli zingari). Continuiamo a girare per Fregene: cassonetti rotti, puzzolenti, fetidi. I cassonetti andrebbero disinfettati alcune volte almeno in estate. Questa è Fregene: un quadro non assolutamente edificante. Non sarebbe stato meglio scrivere un semplice “Benvenuti a”  Almeno non si avrebbe la curiosità di guardare con occhio critico com’è …questa Fregene…”.

La replica: 

Partendo dalla fine della sua, non penso che un semplice BENVENUTI, visto il quadro da lei descritto di cui siamo purtroppo tutti a conoscenza, sarebbe risultato meno ironico. 
Il concetto di partenza è che volevo, nella mia mente forse sognatrice, risvegliare un minimo di senso civico e di appartenenza ad una località, senso civico che a Fregene finisce purtroppo appena usciti dal cancello della propria villa. “Questa è Fregene, non dimentichiamocelo”… rispettiamola e facciamola rispettare, non aspettiamo che siano sempre gli altri a dover provvedere riprendiamocela e impegniamoci in prima persona.
Questa è anche la filosofia della nuova Pro Loco, di cui faccio parte, per questo ho voluto dare voce a un cambio di tendenza che spero, con i primi risultati, dia frutti, nel senso dell’impegno da parte di tutti.
Ringraziandola per l’interessamento, le porgo gentili saluti”.

Stefano Castiglionesi