Scintille questa mattina in consiglio comunale tra maggioranza e opposizione che all’inizio dei lavori ha presentato un ordine del giorno in cui veniva chiesta la “sospensione” del sindaco Montino in attesa della conclusione dell’inchiesta della Procura di Rieti.

Nella quale il sindaco è indagato insieme ad altre persone per l’utilizzo dei fondi regionali da parte del Pd quando Montino, durante la giunta Polverini, era capogruppo del partito alla Pisana.
Che sarebbe stato un Consiglio complesso era chiaro a tutti, durante la settimana per le strade del Comune erano stati affissi manifesti che chiedevano le dimissioni di Montino. E la bagarre c’è stata, anche con i rispettivi supporters nell’aula, e senza risparmio di colpi, più o meno bassi, da entrambi gli schieramenti che con i loro consiglieri comunali sono intervenuti per commentare quell’ordine del giorno. Che alla fine, con parere contrario di Montino, è stato comunque ammesso alla votazione dell’aula dal presidente del consiglio comunale Michela Califano.
Dopo l’intervento di Montino, intorno alle 14.30, successivamente al voto che ha visto respingere la richiesta, al momento in cui la seduta è stata sospesa per la pausa pranzo, c’è stata un po’ di “frizione” (ripresa solo in parte dallo streaming) quando Mauro Gonnelli si è alzato dai banchi e si è diretto verso Montino che stava uscendo. Un episodio che ha scaldato ulteriormente gli animi.
Nel pomeriggio, dopo la sospensione, il consiglio comunale ha ripreso i lavori (con tante assenze) sull’ordine del giorno fissato.

Pubblichiamo il comunicato stampa del sindaco e quello dell’opposizione:

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Montino: attacco squadrista
“Oggi la gazzarra del centrodestra ha toccato il limite: minacce, offese, interruzioni continue e tumulti in aula con atti di violenza nei confronti di persone e collaboratori dell’amministrazione. Con un tentativo finale da parte di Gonnelli di aggredire verbalmente e fisicamente il sottoscritto. Grazie solo all’intervento delle forze dell’ordine si è impedita quest’ultima aggressione. Stamattina mi sono presentato in Consiglio comunale illustrando i fatti che riguardano le procedure, oggetto di indagini, adottate dal sottoscritto quando ero capogruppo del Partito democratico alla Regione Lazio. L’ho fatto senza che mi venisse richiesto, sereno sulla trasparenza di queste procedure. L’ho fatto per dovere istituzionale. Ho ricevuto in cambio un attacco squadrista prima e dopo la bocciatura di un ordine del giorno demenziale che chiedeva la mia sospensione. Non accetto lezioni morali da chi tiene questo tipo di comportamenti. In Consiglio è andata in scena una cagnara fascista, antidemocratica e intimidatoria. così come si è fatto negli anni passati di amministrazione. Stiamo facendo un lavoro rigoroso sulla correttezza degli atti fatti negli ultimi dieci anni a Fiumicino. E questa destra non ha alcun titolo etico e morale per farci lezioni”.

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Pdl: unico aggredito è stato Gonnelli
Il sindaco Montino continua a predicare bene e razzolare male. Come ha potuto vedere chiunque, in diretta streaming, se c’è stato qualcuno aggredito fisicamente quello è il consigliere Gonnelli non certo Montino (IN ALLEGATO L’IMMAGINE DEL CAZZOTTO ARRIVATO AL CONSIGLIERE GONNELLI, SULLA DESTRA SI VEDE CHIARAMENTE UNA PERSONA CON UN BRACCIO ALZATO CHE MIRA IL VOLTO). Per altro l’aggressione è arrivata da un parente di una persona molto vicina al sindaco. Se c’è qualcuno che utilizza minacce e metodi bulgari farebbe bene a guardare in casa propria e non da un’altra parte.
La verità è un’altra: Montino le ha tentate tutte per far sospendere il consiglio e non discutere l’ordine del giorno presentato dalla minoranza, arrivando perfino ad aggredire verbalmente il pubblico che assisteva con offese gratuite e aggettivi come buffoni e pagliacci. Una vergogna. Da questo consiglio emerge un’unica cosa: la maggioranza, per evitare di perdere i propri posti di potere, non ha esitato a difendere un indagato, bocciando un codice etico che non chiedeva altro che la sospensione per consiglieri e amministratori in caso di avviso di garanzia per fatti che riguardassero ruoli istituzionali. La sospensione: come hanno fatto con coerenza e per molto meno tanti sindaci in Italia investiti da inchieste e polemiche. E come ha preteso lui quando era in Regione e se ne andava in giro con cartelli appiccicati addosso con i quali auspicava dimissioni ed elezioni. Quando tocca agli altri sì, quando tocca a loro mai.
E a poco servono le accuse velate del sindaco: passi al setaccio tutte le delibere, tutti gli atti amministrativi degli ultimi dieci anni, faccia quello che crede. Oggi è stato il centrodestra a chiedere alla maggioranza di buttare fuori dall’aula gli indagati. La risposta è stata un’altra: il centrosinistra gli indagati se li tiene stretti.
Il resto sono accuse ridicole che dimostrano con quanta difficoltà stiano tentando di tenere in piedi una baracca che fa acqua da tutte le parti. Ma d’altronde c’è da capirlo, con quelle accuse che gli pendono sulla testa rimanere lucidi sarebbe difficile per chiunque.