Nel ricorso l’associazione sottolineava come i rincari fossero assolutamente ingiustificati non solo per la loro entità palesemente esagerata (9 euro a viaggiatore), ma anche e soprattutto in considerazione del fatto che a tali rincari non corrisponde un miglioramento del servizio reso all’utenza in grado di giustificare l’esosa pretesa economica. Così il Codacons in una nota che prosegue: “Per la I sezione del Tar però (Presidente Calogero Piscitello, Relatore Angelo Gabbricci) nonostante i viaggiatori siano costretti a pagare 9 euro in più per transitare dallo scalo di Fiumicino, con una maggior esborso annuo pari a 320 milioni di euro, non vi sarebbe danno tale da giustificare una sospensione dei rincari, poiché l’aggravio economico per ogni singolo passeggero sarebbe di entità contenuta. Scrivono i giudici nell’ordinanza: Il danno, derivante a ciascun utente medio dall’incremento, conseguente all’accordo qui impugnato, del costo del trasporto aereo sugli aeroporti di Roma non è particolarmente grave, tenuto conto, in particolare, dell’uso discontinuo del servizio da parte dello stesso utente medio e del fatto che, comunque, una parte non marginale degli incrementi tariffari è comunque ineluttabile, risalendo i precedenti a circa un decennio. Il Tar ha rinviato dunque la decisione di merito al prossimo 18 dicembre”. Per il Presidente Codacons, Carlo Rienzi, “si tratta di una decisione assurda, non solo perché, in un periodo di crisi, qualsiasi rincaro tariffario danneggia enormemente gli utenti, ma soprattutto perché non si è considerato il danno arrecato all’intera collettività e stimabile in almeno 320 milioni di euro su base annua. Per questo invitiamo tutti i passeggeri a conservare i biglietti aerei, così da poter chiedere la restituzione dei rincari qualora a dicembre i giudici decidano di annullare gli aumenti”.