Così ha deciso Paola Romana Lodolini, del tribu­nale civile di Civitavecchia, perché la causa della caduta è da attribuirsi «alle pessime condizioni del manto stradale – si legge nella sentenza – for­temente dissestato a causa dei numerosi rattoppi e della presenza di vistosi rigonfiamenti, dovuti allo sfondamento delle sede stradale da parte del­le radici degli alberi di pino». Il rischio che corre il Comune, però, è che gli vengano pignorati dei beni. Il fatto risale alla domenica di Pasqua 2002, quando Enrico Pallotta, romano di 35 anni, a Fre­gene con la sua Honda 600, nel viale della Pineta perse il controllo della moto e andò a sbattere contro un palo, morendo poco dopo. Eppure non correva: dai rilievi dei carabinieri e dalle perizie è risultato che andava a 46 km l’ora: le cause del decesso, secondo il giudice, vanno cercate altro­ve. Ovvero nella negligenza per la cura e per la manutenzione della strada da parte del Comune. Ad aggravare la situazione di pericolo, data dalle radici sporgenti, il gioco luce-ombra: «Le discon­nessioni del manto stradale erano scarsamente vi­sibili da parte del motoveicolo a causa dell’adatta­mento ritardato delle pupille da zone di luce a zo­na coperta dall’ombra degli alberi». E a poco è ser­vito affermare che quel grande viale alberato che porta fin quasi alla spiaggia di Fregene non fosse proprietà comunale. Tanto più che non è stata fornita «alcuna indicazione in ordine all’effettivo proprietario della strada aperta al pubblico transi­to – si legge ancora nel dispositivo – ricompresa nel territorio comunale, in una nota località bal­neare e in cui transitano anche mezzi pubblici». Ma la battaglia non finisce qui. Gli avvocati dello studio Caparello-Lener-Ripandelli, legali della fa­miglia Palletta, vogliono andare fino in fondo. «È assurdo che il Comune in un giudizio non produ­ca la documentazione relativa all’assicurazione. Forse perché non lo è? Inoltre la sentenza gli è stata notificata da oltre un mese, ma il risarcimen­to non è arrivato. Una volta decorsi i termini per la fase esecutiva, passeremo ad un pignoramento eclatante: quello dell’intero palazzo municipale». (Corriere della Sera – Clarida Salvatori)