Buongiorno, vi scrivo per raccontare quanto mi è accaduto domenica e lunedì 1 e 2 luglio (mio compleanno tra l’altro) che mi è sembrato scandaloso e mi fa ancora oggi stare malissimo e avere difficoltà a scriverle. Come spesso faccio, abitando lì vicino, porto a spasso i miei due cani nelle lecceta di Fregene, da tempo anche chiusa al traffico, e come spesso accade incontro daini che normalmente sentendo i cani, con quattro agili salti si allontanano. È sempre un bello spettacolo vederli ed emoziona! Ho visto grossi adulti con grandi palchi, mamma con cuccioli al seguito ecc. Domenica scorsa di pomeriggio inoltrandoci nel bosco i miei cani iniziano ad abbaiare e vedo un cespuglio che si muove e poi delle corna, mi fermo, osservo, ma le corna non si allontanano… Lì per lì ho pensato che il daino (maschio giovane non grandissimo di taglia) fosse rimasto in qualche modo incastrato con le zampe nella salsapariglia, pianta spinosa e avvolgente che abbonda nel bosco. Mi sono avvicinata e lui non si muoveva (e già la cosa era molto strana), ma ho potuto ben vedere che il povero daino aveva entrambe le zampe posteriore spezzate, ferite, (ma non di recente) gonfie, sanguinanti e altrettanto le corna (probabilmente era stato investito tempo addietro e si era rifugiato nel bosco in cerca di protezione / nascondiglio). Mi sono immediatamente allontanata con i cani per non spaventarlo ulteriormente e fortunatamente avendo con me il cellulare, mi sono fermata, anch’io sanguinante in mezzo ai rovi e ho iniziato a telefonare a tutti quelli che mi venivano in mente e a cercare su internet tutti quelli che si occupano di recupero / soccorso fauna selvatica. E da qui comincia un elenco infinito: LIPU, che dopo avermi messo in attesa, mi dice che loro non intervengono per recupero ungulati, LAV, non fanno recuperi in loco, Carabinieri di Fregene, che si lamentano che i cittadini chiamano per qualsiasi cosa e che la LIPU in 27 anni non ha mai fatto un intervento di salvataggio a Fregene.
Vorrei specificare che facendo una ricerca in internet per soccorso animali feriti o, come detto sopra, recupero fauna selvatica, il primo contatto che da è la LIPU!!!! Cerco altre associazioni. Provo a chiamare il veterinario di Fregene, è domenica ha il cellulare spento, chiamo l’altro veterinario di Fregene, mi dice di chiamare i Vigili di Fiumicino, cosa che faccio, loro prendono nota e dicono che contatteranno la ASL veterinaria deputata a questo tipo di intervento (anche io avevo già chiamato la ASL Veterinaria senza ricevere risposta). Chiamo il WWF, non mi risponde nessuno, vado al WWf dove trovo un giovane a cui chiedo aiuto, lui chiama il suo capo che lo autorizza a venire con me sul luogo chiudendo temporaneamente l’Oasi di Macchiagrande (c’era un’altra sua collega in visita guidata dentro) e andiamo a ricercare il daino. Ripercorriamo il percorso che avevo fatto coi cani per non perdere l’orientamento nel bosco, il tutto con un caldo tremendo, sotto il sole, quasi correndo. Lo rintracciamo, lo vede anche lui, chiama la Forestale, il 1515, lo segnala, mappandolo con il GPS (credo usando Google maps) e riferendo al telefono le coordinate di dove si trova il daino ferito (per quanto approssimativo possa essere Google maps). Io faccio lo stesso con un paio di mie amiche che si occupano di recuperi / adozioni ecc. che cercano di raggiungermi nel bosco. Mentre lui parla ancora la telefono usciamo dal bosco per incontrare una delle mie amiche per vedere se ci può aiutare e vediamo la macchina dei Vigili che arriva; li conduciamo sul posto, constatano le condizioni del daino e chiamano il veterinario “di guardia” della ASL competente che a me prima non aveva risposto.
Aggiungo intanto che anche io avevo chiamato il Corpo Forestale dello Stato che dovrebbe avere dei guardiacaccia o guardia bosco o guardie zoofile, che almeno sanno come agire, ma senza ricevere risposta.
Facendo altri numeri trovati su internet cercando sempre soccorso / recupero fauna selvatica, mi rispondono da Lecco e poi dalla Toscana dicendomi che di solito si chiamano i Carabinieri e loro chiamano la Forestale.
Chiamo la Presidente dell’Associazione ADA, che qui a Fregene si occupa di recuperi e adozioni, anche se solo di gatti e cani, ma nella speranza che mi possa dire a chi rivolgermi ancora. Addirittura chiamo la Protezione civile, ma dicono che non hanno competenza in merito. Richiamo io la Forestale. Chiamo il Responsabile del WWF che mi dice che loro non possono prelevare animali dalla lecceta (ma i daini sono scappati o diciamo fuoriusciti dall’Oasi del WWF perché, a suo dire non hanno i fondi affinché qualcuno sorvegli costantemente tutta la recinzione in tutto il perimetro dell’Oasi, peraltro molto estesa, dove vengono continuamente fatti buchi da tutti, bracconieri compresi e per questo faremo già una petizione o raccolta firme). Dicono che i daini non sono di loro proprietà bensì di tutti, dello Stato e nessuno è autorizzato a prelevarli e spostarli. Sì, ma qui si tratta di salvarlo, povera bestia! Continuo a richiamare la sala operativa dei Vigili di Fiumicino per avere aggiornamenti, riprovo con la Lipu, la Asl, la Forestale ecc.
Per scrivere questa email devo risalire dal mio Google sul cellulare a tutti i siti che ho cercato, contattato e che hanno declinato la responsabilità oltre a quelli già citati.
Il Comune Dipartimento Natura mi dice che è competenza della Provinciale, la Provinciale mi dice che non è più così, ma della Regione… mi danno il numero di una Signora, ma non risponde (Lazio, Giunta Regionale), chiamo il CRAS, ma operano solo nel Nord Italia, sono disperata, non so più chi chiamare e comunque chiunque chiami nega la competenza in merito e rimanda ad altri!!!
Ma torniamo all’arrivo dei Vigili, in uniforme, un uomo alto, grosso, calvo, sicuro di sé (si può risalire a chi era in servizio domenica pomeriggio), e una donna, mora piccolina, molto spaventata, che si teneva a larga distanza, con un notes in mano.
Io e il ragazzo del WWF li accompagniamo sul luogo dov’è il daino, come sopra detto, loro chiamano credo il veterinario Asl, a quel punto il ragazzo del Wwf deve rientrare in oasi, i Vigili ci assicurano di occuparsene e loro e ci dicono che possiamo andare via. E ce ne andiamo stremati.
Alle 04.25 della notte mi sveglio col pensiero del povero daino e chissà che avranno fatto…. Alle 8.20 del 2 luglio chiamo la centrale operativa dei Vigili per avere notizie e mi riferiscono che non è stato possibile fare nulla perché il veterinario Asl di competenza ha ritenuto che l’animale andasse sedato con un fucile a distanza di cui lui non era in possesso. A detta del veterinario di Fregene solo il Canile di Muratella detiene tale fucile ed è attualmente in riparazione (ma mi pare molto strano che la Asl veterinaria non ne abbia uno).
Già piuttosto alterata richiamo la mia amica e un’altra volontaria, Giovanna, che fa “recuperi” che riesce a mettersi in contatto anche con il veterinario di Fregene, Paolo Fulignati, gli spiega il tutto, prende una bottiglia d’acqua, ci diamo appuntamento al bosco e cerchiamo di nuovo il daino che nel frattempo però si era ben nascosto. Torno a casa prendo i cani torno al bosco e subito loro lo trovano, sempre più sofferente e spaventato.
Allontano i cani, Paolo e Giovanna riescono a bloccarlo (e meno male che ci voleva il fucile per sedarlo) era stremato, infettato, sanguinante, probabilmente febbricitante e disidratato. Paolo aveva portato una tanica d’acqua e il povero daino ne ha bevuti quasi 7 litri. L’abbiamo bendato, legate le zampe (a casa avevo preso un telo, una coperta, dei guinzagli, un pareo) e in tre lo abbiamo adagiato sul telo e sulla coperta e trascinato per più di 1 km a braccia fino alla strada.

Nel frattempo Giovanna, che come detto è esperta di recuperi anche di animali di grossa taglia, chiamava il suo veterinario di fiducia che fa questo tipo di recuperi e che si rendeva disponibile a provare a operare il daino alle zampe, ma che quel giorno non era libero. La mia amica Vittoria mette generosamente a disposizione il grande giardino incolto di una sua casa disabitata poco distante dal bosco, dove tenerlo fino all’indomani e sorge il problema del trasposto, dal momento che un normale cittadino non può girare con in macchina un daino!
Quindi richiamo la Forestale per chiedere di intervenire, dicono che vengono sul posto (da Ostia), ma premettono che non hanno mezzi di trasporto adeguati! Il veterinario Paolo Fulignati mette a disposizione il suo pick-up per trasportare il daino fino a questo giardino, ma resta sempre il problema del giorno dopo: chi e come lo si porta dal Dott. Cara? Sull‘Ardeatina (il veterinario che lo opererebbe)? Nel frattempo il daino bendato e legato per evitare pericolosi calci, sta lì disteso iperventilando, tremando, cercando a volte con incredibile sforzo di alzarsi, vomitando…


Arriva la Forestale, tre persone in uniforme, uno guarda l’animale, l’altro più che altro spiega cosa dice la legge e i loro protocolli, cosa possono e non possono fare, l’altra non fa nulla; arrivano due veterinari della ASL chiamati dal Comandante della Caserma dei Carabinieri di Fregene (uno è quello del giorno prima che asseriva che il daino fosse inavvicinabile!).
Parlano mooolto a lungo tra di loro, alzano i toni, litigano, si minacciano di denunce, il povero daino sta lì, lo accarezzo, gli do altra acqua, cerco di tenerlo calmo (passanti si fermano,vogliono fare foto, li prego di evitare), viene Fabrizio Monaco direttore del giornale locale, che scriverà la sera stessa un breve articolo su Fregeneonline prendendosi a cuore la situazione.
Io guardo queste persone, che dovrebbero essere i nostri protettori, i protettori dell’ambiente, in particolare quello naturale (diversamente da quello cittadino intendo) protettori della fauna e sono allibita, scioccata, (oltre che stanca e disperata per il daino esanime) per quello a cui assisto! Tutti fanno i “fighi”, ma nessuno si prende la responsabilità!

Alla fine si decide di fargli un leggero sedativo, caricarlo sul pick-up del veterinario di Fregene (che sta facendo tutto per suo buon cuore, senza responsabilità e retribuzione) e portarlo per la notte in questo giardino incolto dove può stare nascosto e tranquillo per la notte e l’indomani mattina si deciderà cosa fare.
Lo carichiamo, lo portiamo al giardino (io, Giovanna, Fulignati, Forestale e veterinari Asl) lo scarichiamo e mentre si decide come trasportarlo fino a Roma dal veterinario che può operarlo, se con un auto privata “scortata” dalla Forestale o dai Vigili, ma entrambi dicono che non è fattibile e ancora si discute sul da farsi l’indomani, il povero, malandatissimo, trascurato daino fa un ultimo rigurgito e muore davanti ai nostri occhi.
È passato troppo tempo “burocratico” per lui così mal ridotto, senza che nessuno facesse qualcosa per lui velocemente, intelligentemente, con amore, senza assurdi timori d’infrangere regolamenti con voragini esecutive, protocolli inadeguati o leggi inesistenti. Niente e nessuno protegge e salva questi animali.
Sono schifata, arrabbiata, stanca, ferita, distrutta fisicamente ed emotivamente. Bisogna denunciare chi non si è preso le sue responsabilità e che ha dichiaratamente mentito (vedi vigili intervenuti domenica pomeriggio che hanno detto che ci pensavano loro e il giorno dopo che la situazione era stata risolta!). Il solito schifo all’italiana, “passo la patata bollente a qualcun altro e me ne frego”. Intanto il daino è morto, povera creatura inerme. E risuccederà. Perchè qui di daini ce ne sono tanti che girano. Almeno una ventina. Vi prego denunciate chi doveva intervenire e non l’ha fatto. Sollevate la questione. Fate qualcosa vi prego. Lui è morto e il mio cuore infranto. Bel compleanno! Facciamo in modo che la sua morte sia in qualche modo servita a qualcosa. Grazie Stato Italiano.

Rispettosamente
Dott.ssa Roberta Gonzo