Diciamo la verità non ne siamo immuni neppure noi donne. “L’ambizione – scriveva Tolstoj – non s’accorda affatto con la bontà; s’accorda con l’orgoglio, con l’astuzia, con la crudeltà”.

I post di Facebook sono pieni di lamentele di chi ha sperato e creduto nell’amicizia vera e che poi la delusione ha spazzato con un colpo di spugna. In questa vetrina dove basta un clic per fare amicizia si confondono un po’ i veri valori. E la colpa non è della comunicazione che fa il suo lavoro, ma dalle aspettative superiori che si attendono da contatti che potrebbero aprire a belle amicizie oppure essere fonte di dispiacere.

La vita di oggi è tutta in salita e in velocità e tutti mirano al traguardo che si traduce poi nella ricerca di un’affermazione plateale, di una visibilità cosmogonica: perché non posso essere anch’io come Tizio e Caio che hanno uno share di ascolto alle stelle? E allora si va alla ricerca del contatto giusto e si spera con sprovvedutezza che i cuoricini, i baci e le battiture di mani siano quelle delle persone che possiamo utilizzare per il nostro scopo. Servire cioè utilizzare e spremere e a volte molestare nel chiedere aperture verso l’agognato traguardo. E giurano che restituiranno il favore… non lo faranno mai: “fatta la grazia, gabbato il santo” recita un vecchio proverbio e i proverbi che non vanno più di moda erano la saggezza dei popoli. Non cadiamo noi donne in queste trappole meschine e diamo retta a Tolstoj quando ci mette in guardia dall’interesse che mai guarda in faccia alla lealtà.