In primo luogo ci siamo noi, il gruppo di ragazze/i che sta coadiuvando Jeanette nel progetto Fattoria Verde. Stiamo progettando assieme a lei il futuro di questa realtà molto particolare dell’agricoltura sociale laziale. Cosa ci immaginiamo per il futuro prossimo?

– Avviare a pieno regime le attività agricole;
– Ampliare le attività di carattere inclusivo, formativo e lavorativo, per persone con disabilità;
– Avviare corsi e workshop che ci permettano di condividere la cultura dell’agricoltura e della sostenibilità;
– Promuovere pratiche virtuose di riuso e riciclo;
– Ottimizzare la Fattoria valorizzando il risparmio energetico ed idrico tramite una riprogettazione degli spazi e delle risorse.

Che progetti abbiamo nel lungo periodo?
– Avviare un percorso di semi-autonomia per gli utenti della Fattoria;
– Avviare percorsi di inserimento lavorativo;
– Rendere la struttura un modello di agricoltura sociale con un ambiente protetto per gli utenti.

Chi siamo?
Il gruppo è composto da 3 persone che sono (in rigoroso ordine alfabetico):

Anna: “una delle mie passioni da piccola è stato il computer, ho iniziato smanettando programmazione nativa con gli home computer e sono finita a lavorare per più di 10 anni come ingegnere in una multinazionale di informatica. Poi un giorno mi sono stancata di arricchire gli istituti di credito, ovvero i miei clienti, e ho lasciato la multinazionale per dedicarmi alla mia seconda passione (ma solo in ordine cronologico) ovvero la Natura. In questi ultimi 9 anni mi sono formata in Permacultura, Agricoltura Sinergica (metodo più che biologico per produrre cibo fresco, vario e salutare, senza avvelenare l’ambiente e chi lo mangia) e in OrtoTerapia che, con il metodo sinergico, ha dato risultati molto promettenti con diversi gradi e tipi di disabilità. Quello che mi ha fatto decidere di collaborare con la fattoria di Jeanette è che per la prima volta, con enorme soddisfazione, ho visto applicati i principi che da sempre ho pensato dovessero essere le basi essenziali per il lavoro nel sociale: non semplicemente il tentativo di insegnare a chi ha un disagio a comportarsi da “normale”, ma piuttosto è il mondo dei “normali” che dimostra di essere davvero così capace e adulto da aprirsi e sfumare i contorni, accettare e valorizzare il disagio e la disabilità come caratteristiche della persona e applicare tutta la “normalità” di tale mondo per valorizzare al massimo le capacità ed i talenti dei così detti disabili.”

Donato: “laureato in economia, ho subito rinnegato gran parte di quanto ho appreso. A tal fine ho cominciato ad interessarmi di agricoltura sociale con una tesi relativa alla valenza economica dell’agricoltura e del turismo sociale in ambito rurale tramite progettazione integrata. Per 7 anni ho lavorato in una cooperativa agricola sociale di Roma occupandomi di progettazione, amministrazione, ristorazione, didattica. Intanto mi sono specializzato con un master sulla gestione dell’impresa cooperativa. Eccomi ora qui, per provare a realizzare assieme a Jeanette ed alle altre compagne di viaggio, un insieme di attività altamente sociali e sostenibili dal punto di vista ambientale.”

 Valentina: “lo scoutismo, nel quale sono stata attiva per 18 anni e che mi ha insegnato a dare un calcio alla sillaba IM della parola IMPOSSIBILE  e  stimolata a  lasciare il mondo migliore di come l’ho trovato, mi ha portata a laurearmi in scienze ambientali: avrei potuto conoscere i problemi del pianeta e provare a risolverli. Che ingenua, vero? . Ben presto mi resi conto che l’università non  mi avrebbe permesso di “cambiare le cose”. Pian piano nacque  in me il desiderio di dar vita a qualcosa di concreto, che desse la possibilità alle persone di vivere in maniera diversa, in armonia con gli altri essere umani e con l’ambiente: desideravo dar vita ad una fattoria educativa-sociale biologica. Impresa troppo grande, mi dicevano tutti, non avevo le competenze e le finanze. Quindi, abbandonai il sogno. Durante gli studi avevo iniziato a fare pratica presso una bottega di un ebanista e, quando mi propose un contratto a tempo indeterminato, subito dopo la laurea, io accettai. La cosa aveva di per se un certo fascino, neanche laureata e già con un contratto a tempo indeterminato!  Ma poi mi sono detta…e il mio sogno? E il calcio alla sillaba IM? Quindi mi sono lincenziata ed ho iniziato a formarmi in Agricoltura sociale con corsi regionali e a dedicarmi all’educazione ambientale nelle scuole. Ho incontrato molti difficoltà, perché sembrava che, non essendo un agronomo, non avrei potuto relaizzare il mio sogno. Lunga la mia strada ho poi incontrato la Fattoria Verde…finalmente ho potuto dare un bel calcio alla sillaba IM!

Siamo quindi persone che hanno rinunciato ad un lavoro a tempo indeterminato per dedicarci a progetti come la Fattoria Verde, perché sogniamo di concretizzare un nuovo approccio all’agricoltura ed alla disabilità. È forte la volontà di realizzare uno spazio ancora più inclusivo ed anche le prospettive sono abbastanza nitide davanti ai nostri occhi. Da settembre cominceremo una serie di attività delle quali, se vorrete, sarete puntualmente aggiornati, sia tramite newsletter che tramite il sito web, che diventerà un luogo  d’informazione e di interazione.
Nel frattempo stiamo cercando uno spazio dove vivere in prossimità della Fattoria, quindi vicino all’Aurelia, tra Castel di Guido, Maccarese, Aranova, Valcanneto e Cerveteri. Inizialmente sarà difficile per noi creare un reddito che ci permetta di avere una remunerazione adeguata al costo della vita, così proviamo a cercare, tra voi che sostenete le attività ed i progetti della Fattoria Verde, qualcuno che possa aiutarci.

In che modo? Ad esempio con le seguenti modalità:
– Home sitting: avete una casa al mare nelle vicinanze della Fattoria Verde che usate solo da aprile a settembre? Ve la curiamo noi durante l’inverno e se vi è spazio disponibile, vi realizziamo un orto-giardino biologico che vi terrà compagnia per tutto il periodo estivo; o se già avete un giardino, provvediamo alla sua conversione in biologico per la sicurezza dei bambini e degli animali domestici;

– Avete un terreno non coltivato e una casa disabitata in zona? Vi rimettiamo in produzione i terreni in cambio della possibilità di un alloggio;

– Avete una casa non abitata in zona? Ce la potreste affittare ad un equo canone, oppure ve la ripaghiamo con fornitura costante di prodotti orticoli da agricoltura biologica-sinergica;

– Siete o conoscete un commercialista da indicarci che possa seguire la formazione della nostra impresa sociale dal punto di vista fiscale e di forma, in modo da consigliarci le vie legislative più adatte a noi ad un prezzo ragionevole e adeguato alle nostre limitate possibilità?!
– Avete delle proposte alternative da farci?
Siamo ben felici di valutarle e confrontarci nel caso in cui voleste darci una mano e sicuramente troveremo una soluzione che sia equa per entrambe le parti.

Ci scusiamo per il disturbo, però magari sotto l’ombrellone avrete il tempo ed il modo di pensare a come aiutarci a trovare la strada per non lasciar naufragare il progetto della Fattoria Verde.

Buone vacanze a tutti.

Anna, Valentina e Donato

P.S. Se avete un’azienda agricola nel Lazio composta di terreni e casolare ma non sapete che farci, non esitate a farcelo sapere…