Un intermezzo dedicato al famoso cineasta riminese ha caratterizzato la serata di “E… state al Wood” al Parco avventura di Fregene. La rassegna si è concessa una ‘divagazione sul tema’ realizzata attingendo ai ricordi, ai sogni, ai disegni di Federico Fellini del quale si è celebrato da poco il centenario della nascita.

Dopo il saluto delle istituzioni presenti con l’assessore Erica Antonelli e il consigliere Fabio Zorzi in rappresentanza del Comune di Fiumicino, il prologo scritto da Fabrizio Monaco per sottolineare il rapporto che il regista ha avuto con la nostra cittadina. E recitato con trasporto dalla brava Silvia Siravo, che non si è fatta distrarre dal passaggio reiterato sul palco di uno splendido gattino grigio forse arrivato a proposito visto la passione di Federico e Giulietta per i felini.

Poi è salito sul palco l’attore e autore Francesco Sala nel difficile ruolo di alter-ego Felliniano e di guida in un percorso fatto di citazioni relative ai luoghi più che vissuti immaginati dal Maestro, a cominciare da Rimini, dove nacque, a Roma, dove giunse giovinetto e squattrinato per collaborare alla rivista Il Marc’Aurelio, per finire a Napoli forse il luogo-non luogo più affine alla sua spasmodica ricerca di volti e colori con i quali realizzare i propri quadri cinematografici, a volte onirici e altre grotteschi ma sempre visionari.

Ad accompagnare i lunghi monologhi la musica del maestro Antonio Nasca, alternata alla performance di Claudia Campagnola, poliedrica attrice, cantante e ballerina oltre a essere la mente organizzativa di tutto il programma di questa manifestazione. Convincente sia nel l’immedesimarsi nei panni di ‘Gelsomina’ Giulietta Masina che in quelli delle muse ispiratrici di un’artista che si è rivelato grande estimatore delle donne, in tutti i sensi.

Sul palco sembrava quasi di avvertire la presenza fisica dei personaggi felliniani, dalla signora Gradisca a Zampano’ e il suo sbalestratissimo circo di strada. Per non parlare di Benigni e Villaggio, strana coppia di protagonisti nel film La voce della Luna, una delle ultime opere realizzate da Fellini.  Con un splendida luna piena che ha giocato a nascondino tutta la sera celandosi dietro gli alti fusti dei pini del bosco ricordandoci però con la frase simbolo di Roberto Benigni (Ivo Salvini nel film) che: “Anche la luna quando è bella piena, matura, può cascarti fra le braccia”.

Lorenzo D’Angelantonio