“Incertezza che non farà se non aumentare nei prossimi anni, per via delle importanti questioni che dovrà affrontare, se non piuttosto subire. Penso all’ampliamento dell’aeroporto, agli sviluppi immobiliari indiscriminati, o alla sostenibilità degli ecosistemi che hanno da sempre costituito la sua maggiore ricchezza. Eppure… Eppure, nonostante l’incontestabile importanza di queste “minacce”, ci sono a volte delle questioni di secondo ordine, quasi trascurabili, le quali però, riescono in qualche modo a condensare, nella loro banalità, il segno dei tempi. Mi riferisco ad una questione quasi risibile: la fontana della piazza di Maccarese. Penso che pochi tra i quali frequentino abitualmente la piazza non si siano qualche volta dissetati in essa. Non so tuttavia quanti sappiano che, da pochi giorni, quella fontana non c’è più. Così, semplicemente è stata rimossa. Sinceramente, non so quali importanti ragionamenti siano stati sviluppati, per giungere a tale decisione. Forse l’efficienza della rete, l’onere della manutenzione… chissà. E forse la cosa non rappresenterà un vero problema. In effetti già ce ne sono tanti… Eppure… Eppure per chi, come me, ha sempre visto nella piazzetta di Maccarese uno dei gioielli del nostro territorio, uno dei pochi casi in cui si è dato luogo ad un vero spazio urbano, mirabile nella sua semplicità, questa rimozione ha il carattere di un presagio. Un presagio del futuro che attende a quello spazio, e più in generale a tutto il nostro territorio. Un futuro in cui sempre più, il valore del bene comune – “ciò che non è di nessuno in particolare” – tende a scomparire. In cui quello che sempre è stato parte del paesaggio urbano non riesce a mantenere un suo luogo. Segnali, a ben vedere, ci sono già tutti, dovunque uno guardi. Di fatto, basta passeggiare per gli incredibili (a ciascuno decidere l’accezione del termine) centri commerciali che fioriscono invece nel nostro territorio, per vedere come, mentre gli spazi urbani tradizionali tendono a scomparire, soltanto lì sembrano ricomparire: belli nelle finiture, puliti, attrezzati, ma soltanto simulacri. Di fatto, chi penserebbe mai di andare a passeggiare, o soltanto a sedersi, in uno di quei viali, al di fuori dell’orario di apertura dei negozi? Mi chiedo: questo futuro, è forse ineluttabile?” (Felipe Lozano).