Narghilè: origini e curiosità su una delle tradizioni più affascinanti del Medio Oriente

Chi ha avuto la fortuna di viaggiare nel paesi del Medio Oriente, dalla Turchia all’Egitto, avrà certamente notato gruppi di persone riuniti amabilmente attorno al classico narghilè, quel sinuoso oggetto dal quale si fuma, una sorta di grande sigaretta metallica, ma ben più leggera e conviviale. In realtà ormai i shisha-bar, dove c’è la possibilità di fumare il narghilè, sono presenti in tutto il mondo, in un’atmosfera degna de Le mille e una notte.

Origini e caratteristiche del narghilè

In India è chiamato hoohak, in Rissia kalyan, in Kashmir è noto come jajeer: si tratta del narghilè, una pipa ad acqua simbolo di convivialità, tipica dei Paesi mediorientali. Nonostante in molti lo legano giustamente al patrimonio culturale e alle tradizioni dell’Egitto, in realtà le origine del narghilè sono dubbie: certamente nella terra dei faraoni esisteva un oggetto simile che era costituito da una semplice noce di cocco con delle canne di bambù infilate dentro. Ci sono però teorie che attribuiscono le origini del narghilè all’India, alla Persia, al Sudafrica oppure all’Etiopia, dove sono stati rinvenuti i resti di un rudimentale fornelletto all’interno di una grotta. La cosa certa è che la sua diffusione è avvenuta intorno al 1500 con la diffusione del tabacco: saranno poi gli Ottomani a perfezionare il narghilè, con tanto di base in vetro di cristallo e recipiente superiore in argilla.
Molti si chiederanno perché provare il narghilè e quale sia il pregio: ebbene rispetto a una semplice sigaretta, la fumata è non solo più gradevole ma anche estremamente più leggera perché il fumo passa prima per il contenitore pieno di acqua, posto proprio alla base del narghilè.
Il narghilè appare ai profani come uno strumento abbastanza complicato, ma le sue parti principali sono: il fornellino dove inserire il tabacco; il recipiente che andrà riempito di acqua (tecnicamente chiamato shisha, anche se in molti usano questa parola per indicare la miscela di tabacco); l’asta di condotta attraverso la quale passa il fumo; il tubo di aspirazione; la griglia dove sistemare i carboncini. Questi ultimi, che siano quadrati oppure cilindrici, devono scegliersi preferibilmente in materiale naturale come noce di cocco.
Sul sito www.el-badia.com è possibile acquistare tutto ciò che serve per godersi una fumata con narghilè, dai fogli in alluminio che si sistema sopra il tabacco alle pinze, le guarnizioni fino alle impugnature e ai bocchini.

Tradizioni e gusti più amati del narghilè

Per godersi un ottimo narghilè, non si utilizza il semplice tabacco, il quale risulterebbe alquanto sgradevole attraverso questa pipa ad acqua: si utilizzano infatti delle miscele speciali dove il tabacco è miscelato in gran parte con della melassa.
Il pregio del narghilè è quello di poter degustare aromi particolari e non a caso in commercio esistono moltissimi gusti, come ad esempio la doppia mela, gli agrumi affiancati alla menta o la sola menta, la ciliegia, la pesca, il cocco, il mirtillo e perfino al cola. Il fumo aromatizzato rende ancora più piacevole il narghilè, anche come momento introspettivo e meditativo, da godersi in solitudine e non solo quindi in compagnia di amici o parenti.
Ci sono però piccoli accorgimenti, anche legati alla buona educazione di questo antico rito, che devono essere messi in pratica per non rovinarsi il momento. Per prima cosa il carbone non deve surriscaldarsi troppo altrimenti il tabacco brucerà e la fumata risulterà amara e quindi sgradevole: a proposito di carboncini, si consiglia, soprattutto se si prova il narghilè in Egitto o nei paesi mediorientali dove è nato, di non usarli per accendersi una sigaretta in quanto è considerato un gesto molto scortese.
Se si fuma il narghilè in compagnia, si sappia che secondo la tradizione il primo tiro spetta, per buona educazione, sempre al proprietario della stessa pipa: una volta poi che si è finito di fumare, non è consono passare il tubo al vicino ma bisogna appoggiarlo sul tavolo.