Nel mese di luglio avevamo parlato del mistero del mare pulito di questa anomala stagione. Ci si aspettava il peggioramento ad agosto e invece, salvo qualche giornata di alghe diffuse in riva, per il resto è rimasto più che decoroso. Eppure le temperature ben prima dell’estate sono state molto al di sopra della media, un clima torrido che poteva far pensare al peggio, comprese quelle del mare. Come ha rilevato il Cnr, dal 10 maggio il “Mare nostrum” è stato colpito da un’ondata di calore che ha innalzato la temperatura della superficie marina di circa 4 gradi rispetto alla media del periodo 1985-2005, con picchi superiori a 23 gradi. Tutto portava verso il disastro e invece. Si era pensato anche all’anomalia dei venti, poco Scirocco e più vento di Ponente ad allontanare l’eventuale scarico delle acque torbide e ricche di nutrienti dei canali di bonifica.

Ma tutto questo non bastava a spiegare perché anche quando il vento girava da Sud l’acqua restava pulita. Un mistero risolto da Germano Scarabello, consigliere del Consorzio di Bonifica Litorale Nord al quale ci siamo rivolti: “Siamo tornati all’antico – spiega Germano – abbiamo fatto di necessità virtù. La grande siccità ha aumentato di molto il fabbisogno di acqua degli agricoltori. Così abbiamo alzato il livello dell’acqua nei canali per due motivi: il primo per permettere l’irrigazione dei campi, il secondo per ridurre il cuneo salino della falda. In questo modo le idrovore molto raramente pompano acqua in mare, lo facciamo pochissimo e solo quando si supera il livello di guardia”.

Niente acqua dal canale di Focene in mare: ecco la spiegazione di questa strana stagione in cui la balneazione sembra miracolata.

“Si può vedere quello che succede quando si passa con l’auto a Ponte Ceci – aggiunge Scarabello – il livello dell’acqua è molto più alto di almeno 50 centimetri. Abbiamo staccato le mini idrovore a Bocca di Leone e a Primavera, alzato il livello di guardia. Con il presidente Niccolò Sacchetti e il direttore generale Andrea Renna, abbiamo preparato un piano perfetto per riuso e riciclo senza alcuno spreco. In qualche modo è come se fossimo tornati indietro ai tempi della vecchia bonifica, quando l’imperativo era proprio quello di non sprecare acqua mandandola in mare ma di utilizzarla tutta. Una strategia che, se la siccità continuerà in questo modo, dovremo ancora perfezionare, magari allagandola all’impianto delle Pagliete”.

La conferma di questa tesi è semplice, basta andare a vedere la foce del Canale delle Acque Alte che dallo stagno di Focene arriva in mare accanto al chiosco “40° all’Ombra”. “È quasi sempre chiusa”, conferma Toni Quaranta.