A testimonianza della sua importanza c’è l’apertura del primo spaccio alimentari del centro balneare visto che era considerata la “strada nobile” di Fregene, dove tra l’altro viveva anche Ettore Muti. Fu proprio in fondo a via Palombina, dove inizia la pineta, che il segretario del disciolto partito fascista, medaglia d’oro al valor militare della guerra di Spagna, fu ucciso il 24 agosto 1943. Come lui ci abitavano anche tante altre importanti famiglie, testimoni dello sviluppo della località. Una lingua d’asfalto intorno alla quale sono state scritte pagine della storia di Fregene, eppure oggi via Palombina sembra finita nel dimenticatoio. E non perché sia poco trafficata, ma perché versa in condizioni critiche. L’asfalto non più omogeneo, a causa delle radici dei pini e dalla presenza di buche simili a voragini, ne preclude quasi totalmente il transito di veicoli, motocicli e bici. Ma è rischioso anche per i pedoni, troppo rischioso avventurarsi in una strada piena di dislivelli. Quando piove poi la situazione peggiora ulteriormente, con il crearsi di pozze d’acqua che possono nascondere qualsiasi tipo di insidia. Ad oggi, eccetto il transito residenziale, è una strada deserta, avvertita quasi con fastidio dai residenti. Uno dei punti più critici è l’incrocio con via Abbazia, dove c’è un super dosso, ma anche il resto non scherza in quanto a disfacimento. E più passano i giorni più si sgretola una strada simbolo di storia e tradizione senza che nessuno si preoccupi di intervenire per ripristinare un minimo di sicurezza. A questo punto, visto che la convenzione sembra rimanere nella nebbia, la soluzione migliore potrebbe essere quella legale. Come è avvenuto in via Porto Maurizio, dove i residenti hanno messo in mora prima le società dei Federici e poi l’amministrazione pubblica. Che, lo dimostrano le sentenze della Corte di Cassazione, sono ritenute corresponsabili della loro sicurezza nel momento in cui le strade sono aperte al pubblico transito. Così proprio in via Porto Maurizio l’amministrazione ha deciso di procedere in danno ai privati, sarà lei ad occuparsi dei ripristini, poi il conto verrà mandato alle società private. Potrebbe essere proprio questo il meccanismo per scardinare l’impasse in cui ci si trova, perché il rischio è quello di rimanere ancora molto a lungo con le strade in queste condizioni.