Ora che la querelle sembra essersi sopita con lo spostamento del mercatino nella pineta monumentale, a “bocce ferme”, esprime la sua opinione su quanto accaduto e parla delle future intenzioni della Pro Loco.
Allora, perché tutte queste polemiche quest’anno?
Per prima cosa, tengo subito a dire che mi assumo tutte le responsabilità per quanto era di mia competenza, e mi scuso per i disagi che ne sono derivati, ovviamente non voluti. L’intenzione era tutt’altra, e andava proprio in direzione di creare uno spazio vivibile per la gente e un’opportunità per i commercianti.
In effetti l’esperimento dello scorso anno sembrava avere funzionato.
Sicuramente. E proprio partendo da quella esperienza ho ritenuto opportuno riproporlo questa stagione. Oltre al consenso del pubblico, vorrei ricordare la raccolta di firme tra commercianti a favore dell’iniziativa e le richieste degli stessi perché fosse addirittura esteso in altre zone di viale Castellammare.
Poi cosa si è inceppato?
Come Pro Loco abbiamo inoltrato tutte le richieste necessarie perché tutto funzionasse al meglio ma certo tutto non dipendeva da noi. Mi riferisco ai controlli degli orari e alla sorveglianza dei varchi, al numero dei banchi e alla loro dislocazione, allo spostamento dei cassonetti e il loro utilizzo da parte degli espositori, aspetti questi che non possono certo essere attribuite alla Pro Loco.
Quali invece le vostre colpe?
Avremmo sicuramente dovuto coinvolgere maggiormente tutti quelli potenzialmente interessati, a partire dai commercianti e dalle associazioni. Però, rimango convinto che non ci si possa limitare a dire dei no ma che tutti dovrebbero cercare di remare nella stessa direzione. Che per me rimane quella di creare nuove iniziative per i turisti, i villeggianti e i residenti. Anche per favorire i commercianti, categoria a cui per primo appartengo.
Cosa pensi dello spostamento in pineta?
Che se ha risolto dei disagi non ha cambiato la sostanza della questione; ovvero come sia possibile che a Fregene non si riesca a creare una passeggiata pedonale nel centro cittadino con tante attività aperte come succede in tutte le località turistiche del mondo. E che questa sia la direzione giusta lo dimostra anche il successo che hanno avuto analoghe iniziative a Fiumicino e Ostia, proprio durante l’estate.
In quelle manifestazioni, però, ha anche funzionato un’organizzazione di eventi e spettacoli che ha favorito l’interesse della gente.
Vero, ma va anche aggiunto che in questi due casi c’è stato anche il significativo contributo delle amministrazioni locali e degli enti pubblici. E’ chiaro che per fare le cose fatte bene servono fondi e non basta la disponibilità dei volontari.
Allora per te l’idea rimane valida?
Ne sono convinto. E non solo perché, nonostante le polemiche e le critiche, anche quest’anno abbiamo ricevuto molti consensi all’iniziativa. Vorrei dire ancora una volta che il senso di questa manifestazione era e rimane quella di contribuire allo sviluppo e al miglioramento dell’offerta di Fregene. Riconosco che tutto è migliorabile e che nessuno è perfetto, io per primo.
Quindi?
Quindi, a meno che non si preferisca tornare ad una Fregene dormitorio, dove non c’è nulla da fare, dove è vietato provare a fare qualunque cosa, invito tutti a una riflessione su cosa è opportuno e possibile fare e con quali risorse per creare un minimo di interesse e di attenzione su questa Fregene.