Lui scherza sul qualche chilo in più che arrotonda i fianchi ma che indosso belle calze. Caspita! Sexy! aggiunge. “Una volta dicevi che avevo belle gambe, non belle calze”. “Non sei niente male, ti mantieni bene…” Alla faccia della galanteria! E allora si fa perdonare sottolineando che abbiamo la stessa età. Dolcificata la battutaccia indugia a parlare della sua salute. Ho questo… ho quello… il colesterolo da tenere sotto controllo… Ma chi se ne frega! Glielo faccio intendere con sottile ironia che mi aveva rotto le scatole e che tutto l’entusiasmo di incontrami si riduceva a un’occasione di sfogo per tirare fuori i miei sentimenti da crocerossina. Non ero disposta a sentire le sue lagne. Tutta l’adrenalina dell’impatto, la girandola dei ricordi, tutto diventato una baggianata. Ma col cavolo che confesso che mi era mancato e che avevo sofferto da morire. Che cretina!
Come si fa a far finta di essere stati solo vecchi amici? Tanto per scaldare i motori e non entrare nel vivo della conversazione che interessava a entrambi più di tutto, abbiamo fatto un remake degli anni di università, delle nostre famiglie, tutto informale con una falsità disarmante, di tutto quello che stavamo dicendo non ce ne importava un fico secco. Almeno a me non di sicuro. “Sono divorziato ben due volte. Ti è andata bene che la nostra storia sia finita prima che ti accorgessi di chi avevi al tuo fianco”. “Che ne sai di cosa era meglio per me? Hai la presunzione di sapere che senza di te sarei stata sicuramente felice?” “È stata una liberazione, credimi”. Voleva solo liberarsi del rimorso perché era sparito senza dire una parola, dall’oggi al domani, polverizzato, come fosse stato un prodotto della mia fantasia, una specie di allucinazione. Incredibile come gli uomini a volte siano così superficiali da ritenere che gli amori giovanili abbiano meno importanza, cosucce…
Ho ancora stampato nella mente il bigliettino scritto dal mio compagno di scuola elementare alla bimba con le treccine bionde: giuro ti amerò fino alla terza media. Ecco, fin da piccoli i maschi pongono paletti e limiti ai sentimenti, diversamente dalle femmine che vedono l’amore come qualcosa di immortale, una specie di assicurazione che ci dovrebbe accompagnare per tutta la vita. Ok siamo diversi non solo per sesso, anche per quel mondo affettivo che per noi fa capo alle tette. Dobbiamo sempre nutrire mentre gli uomini devono sempre impollinare e quando hanno la giornata storta interrompono il ciclo e vagano alla ricerca di qualche fiore più colorato.

(continua…)