Il Comitato FuoriPISTA ha sollecitato nei giorni scorsi l’assessore regionale Alessandri affinché dia seguito all’impegno assunto dal Presidente e dai consiglieri della Commissione Sesta di istituire un tavolo “per vedere quali azioni mettere in atto al fine di affrontare il complesso problema delle infrastrutture del trasporto gravitanti sul territorio di Fiumicino ed in particolare, data la sua rilevanza, di quello aeroportuale, con la necessità di  individuare nel Lazio un aeroporto di sostegno all’aeroporto di Fiumicino dove trasferire i voli low cost”.

E’ noto infatti che la sentenza emessa nel marzo scorso dai giudici del TAR ha cambiato le cose, stabilendo l’inammissibilità dei numerosi ricorsi presentati da AdR e da ENAC per superare gli ostacoli ambientali posti alla realizzazione della quarta pista e della nuova aerostazione al di fuori del sedime, cioè all’interno della Riserva Naturale statale del litorale romano.  Ed è proprio l’esistenza della Riserva a costituire – secondo i giudici – un impedimento insormontabile alla costruzione di qualsivoglia infrastruttura.

Non pare invece ne tenga conto Aeroporti di Roma che insiste a proporre una quarta pista esattamente nel luogo e nelle dimensioni sonoramente bocciate dalla Commissione VIA/VAS nell’ottobre 2019, parere negativo fatto proprio poi dal decreto interministeriale dell’agosto 2020 e sancito  in ultimo dalla sentenza del TAR del marzo 2021: l’Amministratore Delegato di AdR e ora anche il suo nuovo Presidente Claudio de Vincenti non smettono infatti di ricordare a mezzo stampa che presso l’ENAC è stato consegnato per l’istruttoria tecnica il nuovo Masterplan (MP) più eco-sostenibile, più green, più à la page che pria, anche se – a differenza del nostro Progetto alternativo a zero consumo di suolo – prevede comunque di consumare 267 ettari – sottraendone 151 ettari alla Riserva – che andrebbero ad aggiungersi al già esteso sedime attuale di Fiumicino.


L’ultimo MP, il terzo della serie cominciata nel 2011, riduce l’impatto rispetto ai 540 ettari del Masterplan bocciato e, naturalmente, lo riduce ancora di più rispetto ai 1300 ettari dell’originale progetto di Raddoppio del 2011- peraltro mai presentato per la VIA – col quale AdR ama infatti fare il confronto per far colpo sugli inesperti.

La scarsissima credibilità di questo reiterato gioco al ribasso sul consumo di suolo sta nel fatto che, con il ridursi, ad ogni MP, degli ettari occupati, anche le infrastrutture (terminals, piste, stazioni ferroviarie, ecc), prima definite irrinunciabili da un giorno all’altro diventano superflue. Tutte meno la quarta pista, almeno sino ad ora! E comunque, come scrivono i giudici amministrativi: nella Riserva, poco o tanto non si può.

Ma questa benedetta quarta pista serve davvero?  Il traffico, si dice, l’aumento esponenziale dei passeggeri, dei voli, dei decolli, degli atterraggi. Intanto, è la stessa AdR che pur continuando a dichiarare che la quarta pista è indispensabile, ora la pospone di circa un decennio. Ma anche nel caso in cui le fantasmagoriche e incredibili, nel senso letterale del termine, previsioni di ADR ed ENAC si avverassero la quarta pista non serve.

È possibile infatti smaltire il traffico incrementale pianificando una gestione dei flussi del traffico aereo, in arrivo e partenza, più efficiente dell’attuale e per questo non bisogna aspettare irrealizzabili quarte piste. È sufficiente, anzi indispensabile, il coinvolgimento di ENAV, finalizzato a rivedere ed allineare, nel più breve tempo possibile, nell’ordine dei mesi non delle decine di anni, le procedure ATC (Air Trafic Control) a quelle degli aeroporti più trafficati, uno per tutti Heathrow!

Se, infine, si trasferissero in un aeroporto dedicato le compagnie low cost , come la stessa Giunta della Regione Lazio ha recentemente chiesto con una mozione votata all’unanimità, il traffico aereo su Fiumicino sarebbe ricondotto a un volume finalmente sopportabile per il territorio, restituendo un’occupazione di qualità ai lavoratori aeroportuali, riducendo i tassi di inquinamento e consentendo un migliore rapporto con l’ambiente i suoi abitanti, senza ulteriore consumo di suolo e soprattutto senza bisogno di millantare poco credibili sensibilità ecologiste ed aeroporti green.

Comitato FuoriPista