di Marina Pallotta

Come accade da secoli, la Storia racconta le vicende degli uomini, mentre le vite delle donne rimangono nascoste fino a quando qualche volonteroso riesce a togliere il velo che le ha oscurate per anni. Ecco allora che queste donne esplodono con vigore e riemergono dall’ombra con le loro esistenze che meritano di essere raccontate. E’ ciò che ha fatto Marta Albertini con il suo libro “Una genealogia ritrovata. La moglie, la figlia, la nipote di Tolstoj si raccontano». Il libro curato e tradotto dal francese da Laura Ricci, è edito da Vita Activa Nova (pagine 302, euro 17).

Dopo i recenti libri di suo nipote Andrea Albertini “Una famiglia straordinaria” e il memoir di Andrea Carandini “L’ultimo della classe” (Rizzoli), con il libro di Marta Albertini compaiono le donne della famiglia, coraggiose, appassionate, cosmopolite. L’autrice, pronipote di Lev Tolstoj, ricostruisce le figure della bisnonna Sof’ja Andreevna moglie di Tolstoj, della nonna Tat’jana L’vovna Tolstaja e della madre Tat’jana Michajlovna Suchotina, nipote prediletta del grande scrittore, andata sposa a Leonardo Albertini, figlio di Luigi Albertini, fondatore e direttore del Corriere della Sera, l’uomo che darà un’impronta moderna alla stampa italiana.

Noi della Biblioteca Gino Pallotta di Fregene siamo interessate a questo memoir per una serie di motivi, e ve ne spiego essenzialmente tre: il primo è legato all’interesse che delle bibliotecarie possono nutrire nei confronti della figura celeberrima della letteratura russa, Lev Nikolàevič Tolstoj che è stato scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale degli anni ‘800 e ‘900 e autore degli indimenticabili “Guerra e Pace” e “Anna Karenina”. Il secondo motivo è che anni fa, Marta e Cristina Albertini hanno donato alla Biblioteca una preziosa collezione di libri di Benedetto Croce, appartenuta alla loro famiglia. Il terzo motivo è il profondo legame della famiglia Albertini col territorio di Fiumicino (Comune dove si trova la biblioteca), legame iniziato nel 1926 con l’acquisto dei diritti della tenuta di Torre in Pietra da parte del senatore Luigi Albertini. L’importante opera di bonifica che Albertini realizzò insieme al figlio Leonardo e al genero Nicolò Carandini su questo territorio malarico e abbandonato consentirà alla tenuta di vivere una nuova prestigiosa vita, attiva fino ad oggi. Marta è figlia di Leonardo Albertini e di Tanja, nipote di Tolstoj.

Torniamo alle donne Tolstoj. L’autrice è riuscita a ricostruire le loro vite dopo anni di ricerche, di viaggi, di ritrovamenti di fotografie, di letture di lettere e di diari, dopo ore trascorse negli archivi, in particolare quello del Museo Tolstoj di Mosca. Sono donne che, nonostante ciò che potremmo pensare, non hanno vissuto vite facili, ma sono state forti per affrontare fatiche e avversità e hanno avuto anche l’ingegnosità di sapersi inventare mezzi e risorse per sopravvivere.

Ci racconta come avevano vissuto, anzi come erano “sopravvissute” agli avvenimenti della Rivoluzione Russa del 1917 (Lev Tolstoj era morto nel 1910), come si erano dovute “rimboccare le maniche, e come avevano dovuto abbandonare in fretta e furia la loro amata Jasnaja Poljana e la terra natia”. Nessuno avrebbe potuto immaginare che potessero trovarsi, sole e povere, peregrinando per l’Europa, Praga, Parigi, Roma, in cerca di un luogo dove vivere. Ci si affeziona in modo particolare alle protagoniste, creando con loro un intimo legame di solidarietà, e partecipando alle loro vicende e fragilità in cui tutte ci possiamo riconoscere. Sono donne le cui esperienze possono insegnarci molto e per questo ringraziamo Marta Albertini, per lo sforzo che ha compiuto per riportarle alla luce e ridare loro l’opportunità di parlarci.

La presentazione del libro sarà accompagnata dalla lettura di alcuni brani a cura di Carla Dolazza, scrittrice di romanzi, racconti, radiodrammi e traduttrice dalla lingua inglese, e da proiezioni di immagini della famiglia Tolstoj contenute nel libro.