Il giorno fatidico è arrivato, quello del primo campionato italiano  Sailboard 1980.

Mattina, appuntamento alle 8 nel piazzale del circolo velico davanti alla bella baia del suggestivo golfo di Sorrento.

Sopra una grossa la lavagna, il capo del Comitato di regata spiega come funzionerà il campionato. Si dovranno fare 9 prove con la possibilità di scartare le peggiori 2. Il percorso  sarà un triangolo con i lati di circa 800metri, si dovrà completare due volte. La prima boa sarà posizionata controvento rispetto alla linea di partenza, una linea immaginaria tra la barca giuria e la boa, l’arrivo sarà tra la barca Comitato e una boa verde distante 50 metri.

Sembra tutto chiaro, fin che siamo a terra. Ci prepariamo ad entrare in acqua, controlliamo che tutto sia in ordine, le cime ben legate, la vela tesa al punto giusto, le cime del trapezio ben strette. Scivoliamo le tavole in acqua navigando verso il campo di regata distante un chilometro dal club velico. Come arriviamo in prossimità della linea di partenza inizia la confusione, dall’emozione mi cade la vela un paio di volte, perdo il contatto con Giggi con il quale avevamo deciso di rimanere vicini per aiutarci, almeno a vista. Partono i segnali acustici e le bandiere, indicano i 5 minuti alla partenza. Cominciamo a cercare di posizionarsi nel punto migliore, ci incrociamo svariate volte, i tre minuti, ognuno cerca di mantenere la posizione rallentando vicino alla linea di partenza, alcuni sono in basso alla linea, la maggior parte dei Windsurfieri si posiziona vicino alla barca, un minuto …. l’atmosfera si fa emozionante tesa, qualcuno grida per ammunire qualcunaltro , sono nervoso.

 Peeeee … un colpo di sirena  segnala il  via …………….  una fila sfumata di windsurf allineati si dirigono nella stessa direzione si sentono gridi e urla,  Alcuni  virano subito … cominciamo a separarsi dal gruppo. Perdo la cognizione della direzione, confondendomi nella grande baia, cerco di seguire il gruppo che pian piano di disgrega sempre piu’ fino a divenire un andi e rivieni confuso. Riesco a raggiungere la boa 2 quella sopravvento,  giro la grossa boa arancione poggiando, seguendo la fila. Alla fine del primo giro sono già stanco, sarà la tensione, tengo duro nell’ultimo lato di bolina, vedo che i Concorrenti  davanti a me continuano portando il bordo fino che virano verso la boa, e io a seguire. dietro di me poche vele seguono.

Sarei già contento  di completare la regata. Per fortuna il vento è leggero, incrocio il Giggi che viene in giu’. ”Daje”  gli grido. Alla prima boa mi sembra che abbia recuperato un paio di posizioni, giro la 3 boa per dirigermi verso l’arrivo dove gia un bel gruppetto sono con le vele in acqua dopo la pinea d’arrivo  conclusa la prova. Il suono di tromba segnala l’arrivo … il mio arrivo. Sorrido, sono contento, anche se senza nessuna cognizione di saper dove meglio dirigermi, un po’ seguendo gli altri un po’ guidato dal mio intuito, sono andato intorno al campo di regata per due volte senza sbagliare il giro boa o partire in anticipo. Sono soddisfatto, ora vedremo alla seconda prova.

Penso che ci vorrà del tempo e un po di esperienza per cominciare a divertirsi e capire bene tutte le fasi di una regata.

Pensavamo che sarebbe stata difficile la prima regata, non basta saper andare in windsurf  se si ignorano i tanti particolari della gara. La nostra prima esperienza è fatta, ora possiamo solo che migliorare.

 La sera ce una cena organizzata, dove ci si incontra tutti, ci si conosce, si scherza, la musica suona fuori al piazzale della pizzeria, beviamo un drink offerto dall’organizzazione.Che bell’ambiente intorno a noi, anche qualche ragazza, alcune non regatanti. Incrociamo un certo Fabio che è primo in classifica, uno di Ostia, un fisico da antico greco, riccio con i capelli bruciati dal sole,  e abbronzato, sembra proprio che sia lui il Campione, infatti lo danno per il favorito. Intorno a lui i suoi “figliocci” tutti di Ostia, anche loro molto bravi, Stefano, Armando. Del nostro camper solo Pietro sembra essere tra i primi dieci, io e Giggi siamo in fondo alla classifica,  ma non ultimi…. Una cena ricca di sapori mediterranei, tre tipi di pasta, vongole, arrabbiata e cozze, al sugo di moscardini. I secondi di pesce, alla griglia,  spiedini di gamberoni, polpo lesso con salsa verde. Di contorno mozzarella e pomodoro, insalate, patate al forno. Per finire dolci napoletani, la cassata, sfogliatelle ricce calde, pasticcio di pistacchio. Mentre la musica della band suona ritmi sud americani si apre la pista da ballo, oltre a noi partecipanti ci sono ospiti e curiosi della zona che si agregano. Tra cui alcune belle ragazze partenopee, sorrisi a 40 denti, occhiatine, un ballo e un altro, due drink. Finisco su uno grosso scoglio con Letizia che già dal nome è tutto un programma.

Le luci del golfo di Sorrento fanno da cornice, guardiamo il cielo stellato mentre da lontano in sottofondo la musica di Barry White.

Il mattino seguente, lo skipper meeting alle 9, oggi faremo la maggior parte delle prove, due la mattina e tre il pomeriggio. Il vento purtroppo e leggero, non sono le nostre condizioni ideali. Un po’ la mancanza di esperienza di regata un po’ il vento leggero, anche se un po meglio del giorno prima, non riusciamo mai ad arrivare meglio della metà della flotta. Nell’ultima prova, la nona, il vento sembra calare vertiginosamente, la prima metà riesce ad arrivare in tempo prima che la bava di vento potesse ancora gonfiare le nostre vele.

C’è Armandino, che con il vento leggero vola,  Fabio ha accumulato ben 7 primi posti rimanendo alla vetta della classifica nonostante le ultime due prove vinte da Armandino Buchetti, e il piccolo Pietro Pacitto è terzo, seguito da Stefano Cianfanelli.Mario Romoli al 15 mo posto mentre Peter Muzlinger al 18mo, noi, io e il Giggi finiamo esimo  posto verso la 24ma posizione, su un totale di 52 Partecipanti. Siamo cmq soddisfatti considerando la pochissima esperienza, come prima regata va bene così.

Durante il campionato decidiamo col Giggi di comprare 5 tavole complete usate per la gara ad un prezzo favorevole, abbiamo intenzione di aprire una scuoladi windsurf al Villaggio dei Pescatori, sulla nostra spiaggia, che ci visto crescere e imparare l’arte di windsurfare, ora la vorremmo trasmettere in primis ai Ragazzi del Villaggio, Alessandro, Giorgio, Massimo, Alberta, Antonella ed altri.

Sergio Cerioni  dirige la classe Sailboard, ci aiuterà nel pagamento delle 5 tavole aspettando la fine stagione, dandoci la possibilità di pagarle con  con gli introiti delle lezioni e dei noleggi delle tavole della scuola.

Caricate le tavole sul tetto del Camper dopo la cerimonia di premiazione, prendiamo la strada del ritorno, fermandoci soltanto in un chiosco per comprare le mozzarelle di bufala che sono famose da queste parti. Gli Amici, Compagni della bella esperienza,  ci accompagnano fino a Fregene, dove scarichiamo tutte le attrezzature, sistemandole  sul tetto della mia casetta al numero 131 di via Silvi Marina.

Il giorno dopo facciamo progetti, siamo entusiasti di iniziare a portare il windsurf qui nel nostro Villaggio, ora tutti potranno conoscere questo magnifico sport che dona la magia di navigare leggeri e agili.

Dovremo trovare un punto di ritrovo, dove posizionarci sulla spiaggia davanti a casa, ci sono le barche dei pescatori, a destra di solito si piazzano gli ombrelloni delle nostre famiglie, a sinistra sembra che ci sia più spazio.Cosi’ facciamo un disegno di una specie di capanno aperto nei lati, che copriremo con dei teli di stoffa colorata creandoci ombra e riparo dal solleone estivo. Mio zio Franco è tappezziere e potrebbe cucirceli.

Prendiamo le misure, e il giorno dopo chiamo  mio zio e gli do l’incarico. Non si tira indietro, è anche lui interessato al windsurf essendo uno sportivo. Fratello  minore di mia madre, ha un laboratori a via Paolo Emilio nel centro di Roma.Dopo alcuni giorni viane a trovarci consegnandoci il pacco con i teli. Non possiamo perdere troppo tempo, l’estate è già cominciata da un mese e se vogliamo guadagnare i soldi per pagare le attrezzature dobbiamo darci da fareed essere il piu’ presto possibile operativi con  la scuola.

Nello smorzo di Silvestri, anche lui abitante del Villaggio, compriamo sei pali di castagno,  li infiliamo mezzo metro sotto la sabbia, i teli color arancio blu e bianco alternati, spicchi colorati allegri  che seriranno anche per riparare le vele dai raggi dolari  e fare le lezioni teoriche nelle ore dove il sole picchia forte. Mettiamo una sorta di banchetto con una sedia, un quaderno dove appuntare nomi e indirizzi degli Allievi, è il 20 giugno 1980.

I primi curiosi cominciano ad arrivare, le tavole in fila con le vele armate creano interesse per i bagnanti e i villeggianti nei dintorni. Noi che, come possiamo siamo in acqua per attirare i curiosi mostrando come utilizzare il windsurf, sfrecciamo vicino alla riva e curvando con pieghe a pelo d’acqua. Alcuni Passanti si fermano interrompendo la passeggiata lungo la riva del mare, guardano gli strani windsurf andare con le loro vele colorae creando un magico contrasto con il blu del mare. Le vele colorate appaiono e scompaiono in mezzo ai frangenti lasciando lunghe scie bianche.

Paolo e Mirelle sono i nostri primi Allievi, una coppia allegra e piena di entusiasmo. La prima lezione consiste nel presentare il mezzo in tutte le sue parti, imparare ad armarlo ( in gergo marinaro armare significa preparare l’imbarcazione alla navigazione). Insegnamo i nodi a secondo dell’utilizzo, una lezione dedicata solamente ai nodi e all’armo della vela sull’albero e boma.

La seconda lezione consiste in una pratica di equilibrio, chiamata ( cavallo imbizzarrito ) dove salendo in piedi sulla tavola, arrampicandosi in un certo modo, si deve cercare di rimanere almeno una trentina di secondi senza cadere.

Le risate, i tuffi e il divertimento per Mirelle che piu’ leggera ci riesce per prima mentre Paolo cadendo  a volte si innervosisce. Lui al quale piace il calcio ha una musculatura forte ma rigida che gli ipedisce di assorbire i movimenti del mare, mentre Mirelle leggera e tignosa sorride scherzando con Paolo sempre più innervosito, sarà, ma più si innervosisce e più cade.

Per il primo giorno va bene così, contenti e stremati i due Allievi se ne vanno a casa. Noi carichiamo le tavole ad una ad una dopo aver disarmato le vele, riportandole in prossimità del tetto di casa mia distante circa un paio di cento metri, gli ultimi cinquanta facendo gincane in mezzo ai vicoletti del Villaggio. Ben sciasquate dalla salsedine e sabbia le riponoamo ordinate pronte per il giorno seguente.

La sera si sente la stanchezza, molte energie spese con entusiasmo, siamo contenti di avere una attività tutta nostra dove trasmettere la passione per il mare il movimento e lo sport. Ci sentiamo in qualche modo realizzati e più autonomi, tessiamo insieme un filo che è poi un po’ il nostro stile di vita.

A volte il mare è agitato e non è facile gestire gli appuntamenti delle lezioni in programma, ci difendiamo spesso offrendo extra tempo per prendere confidenza con la tavola o a terra con il rig ( vela armata con albero e boma). Come prendere o lasciar andare il vento cercando di non sbilanciarsi in avanti o indietro, che nella pratica in mare sarebbe una ennesima caduta insieme ad gran dispendio di energie, recuperare il rig nell’acqua per portarlo nuovamente in posizione di partenza ti contringe ad usare la forza della braccia delle gambe, usando il peso del corpo, dopo alcune volte la schiena comincia a dolere. Il lungo boma di legno  esita ad uscire completamente dalla superficie del Mare, liberandosi pian piano  dal peso dell’acqua e della spinta del vento, fin che la vela sventola più leggera in equilibrio dritta sulla tavola.

 Con il passare dei giorni estivi, nella scuola abbiamo sempre più visite di curiosi e Allievi, le cose stanno andando bene e in tre settimane abbiamo accumulato  già una parte dei soldi che dobbiamo alla Sailboard.

Le brezze estive ci regalano tutti i giorni  l’opportunità di praticare il windsurf e migliorare la nostra tecnica nei bordi e nelle mavovre così da poter gestire meglio l’attrezzatura con i venti piu’ diversi e onde formate.

La zona di Fregene si apre davanti ad un grosso golfo che va da Fiumicino a San Nicola dove la maggior parte dei venti entrano senza trovare ostacoli.

Il fondo sabbioso accarezzato dal continuo movimento del mare non trova facilmente una stabilità, i venti ruotano e girano con il passare della giornata creando un fondale disordinato  e disconnesso.

Il mare sotto le brezze si muove facilmente formando piccole onde molto attaccate fra loro che non agevolano l’apprendimento dei neofiti anzi creano una notevole difficolta iniziale. Infatti, per questo motivo, alcuni aspiranti, demordono nell’intento di imparare, dopo aver affrontato le prime difficoltà di equilibrio. Altri Allievi, più caparbi, riescono a superare gli ostacoli iniziali venendo  cosi’ ripagati dal piacere di scivolare leggeri sulla superficie del Mare facendo i primi movimenti.

Nei fine settimana, un po’ per la folla che giunge dalla Capitale, un po’ per trovare qualche momento di pausa, un po’ perché la confusione dei troppi  Bagnanti crea problemi allo svolgimento delle lezionii quali si trovano troppo spesso in prossimità di Allievi poco abili e tra virgolette pericolosi. Così teniamo la scuola chiusa aspettando gli allievi per il prossimo lunedi. Sempre piu’ spesso ci sono raduni o regate proprio nei fine settimana, ne approfittiamo per partecipare agli eventi sportivi accrescendo la nostra capacità sui campi di regata e regalandoci un modo di confrontarci con i migliori Windsurfer’s della nostra regione. Tra Ostia, Torvaianica, Tor San Lorenzo, San Nicola, Ladispoli, sempre piu’ sono le occasioni per mettere in pratica le nostre conoscenze windsurfiere, incontrare le tribù locali  e far parte della sempre piu’ grande famiglia dei Surfers, che con il tempo sembra consolidarsi sempre più.